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Home » CBD News » Tra calore e innovazione: le sorprendenti trasformazioni del CBD nei processi estrattivi
Trasformazione del CBD col calore

Tra calore e innovazione: le sorprendenti trasformazioni del CBD nei processi estrattivi

Nel mondo della canapa e dei functional foods, il Cannabidiolo (CBD) è al centro di una crescente attenzione, non solo per le sue proprietà terapeutiche ma anche per le sfide tecniche legate alla sua estrazione.

Un recente studio di Rafal Typek, Michal P. Dybowski e Andrzej L. Dawidowicz ha messo in luce come il CBD, sottoposto ad estrazione a temperature elevate, possa trasformarsi in modi inaspettati, generando una serie di derivati che variano in base al solvente usato e alle condizioni ambientali. Questi risultati offrono spunti interessanti per chi si occupa di analisi della canapa e per l’industria alimentare che integra il CBD nei propri prodotti.

Un processo che va oltre la semplice estrazione

Nel mondo dell’analisi dei vegetali e degli alimenti, le tecniche di estrazione sono fondamentali per isolare i componenti attivi. Tuttavia, l’estrazione del CBD ad alta temperatura non è un semplice procedimento di separazione: è un processo chimico complesso che può portare a reazioni di trasformazione, degradazione e persino polimerizzazione. Quando il CBD viene estratto utilizzando solventi come il metanolo, il diclorometano, l’acetato di etile o l’esano, non solo si recupera il composto originario, ma si osserva anche la formazione di numerosi derivati.

Il ruolo dell’ambiente nell’estrazione

Una delle scoperte più interessanti di questo studio riguarda l’influenza dell’ambiente estrattivo. La presenza di acqua, ad esempio, si è rivelata un elemento protettivo: essa inibisce in parte le reazioni che trasformerebbero il CBD, preservandone la struttura originaria. Al contrario, in condizioni caratterizzate da un’elevata presenza di ossigeno, il CBD tende a ossidarsi, portando alla formazione di derivati chinonici e di composti a elevato peso molecolare. Questi cambiamenti, benché complessi, evidenziano come il controllo preciso delle condizioni ambientali sia cruciale per ottenere un estratto di alta qualità.

Solventi e trasformazioni: un connubio decisivo

La scelta del solvente si conferma un fattore determinante nel processo di estrazione. Il metanolo e il diclorometano, per esempio, hanno dimostrato di favorire la trasformazione del CBD in un maggior numero di derivati, anche formando prodotti inaspettati come derivati metossilati e clorurati.

Al contrario, l’utilizzo di solventi meno polari, come l’esano, porta a reazioni meno marcate, limitando la formazione di prodotti secondari. In sostanza, ogni solvente reagisce in modo diverso con il CBD, e questa variabilità rende la standardizzazione dei processi estrattivi una sfida cruciale per l’industria.

Le implicazioni per l’industria dei functional foods

L’estrazione ad alta temperatura non riguarda esclusivamente il settore della canapa, ma assume particolare rilevanza anche nel campo dei functional foods. Sempre più prodotti alimentari vengono arricchiti con CBD, e la qualità dell’estratto influisce direttamente sulla sicurezza e sull’efficacia del prodotto finito.

Se, durante il processo estrattivo, il CBD si trasforma in composti che non erano presenti nella materia prima, il profilo chimico finale potrebbe risultare alterato, compromettendo i benefici attesi. Pertanto, conoscere e controllare queste trasformazioni diventa fondamentale per garantire standard qualitativi elevati.

Un percorso di sfide e opportunità

Le trasformazioni del CBD evidenziate dallo studio non devono essere viste esclusivamente come un problema, ma anche come una porta aperta a nuove possibilità. La formazione di diastereoisomeri e di altri derivati sconosciuti potrebbe, in futuro, portare alla scoperta di nuovi composti con proprietà terapeutiche inedite.

Tuttavia, al momento, il principale obiettivo rimane quello di comprendere come minimizzare le trasformazioni indesiderate durante l’estrazione, soprattutto per assicurare che il prodotto finale rispetti i limiti normativi e mantenga intatte le sue proprietà benefiche.

Temperatura e tempo: due parametri da non sottovalutare

Il processo di estrazione ad alta temperatura offre notevoli vantaggi in termini di efficienza, consentendo di ottenere alti rendimenti del CBD. Tuttavia, questo vantaggio è accompagnato dal rischio di degradazione o trasformazione del composto.

La ricerca ha mostrato che l’aumento della temperatura porta a un incremento non lineare nella formazione di derivati: questo significa che, al di sopra di una certa soglia, anche piccole variazioni possono influenzare significativamente il profilo chimico dell’estratto. È quindi imprescindibile bilanciare il vantaggio dell’alta efficienza con la necessità di preservare l’integrità del CBD.

Applicazioni future e sviluppo di metodi analitici

Le implicazioni di questo studio si estendono ben oltre la semplice estrazione: esse invitano a ripensare e a migliorare i metodi analitici per la quantificazione del CBD e dei suoi derivati. Gli strumenti attuali devono essere in grado di distinguere fra una vasta gamma di composti, alcuni dei quali sono molto simili tra loro dal punto di vista strutturale.

Un’accurata caratterizzazione del profilo trasformazionale del CBD è fondamentale non solo per garantire la sicurezza dei prodotti, ma anche per sviluppare nuove applicazioni terapeutiche e nutrizionali. In quest’ottica, la ricerca futura si concentrerà probabilmente sulla messa a punto di tecniche analitiche sempre più sofisticate, capaci di fornire un quadro completo delle trasformazioni in atto.

L’importanza di una standardizzazione dei processi

Nel contesto attuale, in cui il mercato del CBD è in rapida espansione, la standardizzazione dei processi estrattivi diventa un elemento imprescindibile. Ogni variazione, per quanto piccola, nelle condizioni di estrazione può tradursi in differenze significative nel prodotto finale.

Per i produttori, adottare un approccio sistematico e ben controllato significa non solo garantire la qualità e la sicurezza dei propri prodotti, ma anche poter comunicare in maniera trasparente ai consumatori le caratteristiche dell’estratto. Tale trasparenza è fondamentale per instaurare un rapporto di fiducia con il mercato e per sostenere lo sviluppo di un settore sempre più regolamentato.

Un contributo prezioso per il futuro della ricerca

Lo studio di Typek, Dybowski e Dawidowicz rappresenta un importante contributo al campo della chimica applicata ai cannabinoidi. I risultati ottenuti offrono una panoramica dettagliata delle trasformazioni che il CBD può subire durante l’estrazione e sollevano interrogativi cruciali sul modo in cui questi processi possano essere ottimizzati. Per i ricercatori, questi dati rappresentano un punto di partenza per ulteriori studi volti a perfezionare le tecniche estrattive, mentre per l’industria rappresentano una guida per migliorare i protocolli di produzione.

Conclusioni: tra innovazione e responsabilità

In conclusione, il percorso di trasformazione del CBD durante l’estrazione ad alta temperatura è un campo ricco di sfide, ma anche di opportunità. L’approfondimento delle reazioni chimiche coinvolte non solo permette di garantire un prodotto di alta qualità, ma apre la strada a possibili innovazioni che potrebbero arricchire il ventaglio di applicazioni terapeutiche del CBD. La chiave, infatti, sta nel trovare il giusto equilibrio tra efficienza e conservazione della sostanza originale, attraverso una rigorosa gestione delle variabili operative e ambientali.

Per chi opera in questo settore, la lezione è chiara: una maggiore attenzione ai dettagli e una standardizzazione accurata dei processi non sono solo strumenti di controllo qualità, ma veri e propri strumenti di innovazione. Solo così sarà possibile valorizzare appieno il potenziale del CBD, garantendo al contempo la sicurezza dei consumatori e la trasparenza del mercato.

Questo studio, ricco di spunti e di dettagli tecnici, si configura dunque come un faro per l’intero comparto, offrendo indicazioni preziose per sviluppare metodi di estrazione più controllati e metodi analitici sempre più raffinati. In un settore in continua evoluzione, dove la ricerca e l’innovazione camminano fianco a fianco con la necessità di regolamentazione, ogni nuovo contributo scientifico assume un valore inestimabile per orientare il futuro della produzione di CBD e dei prodotti derivati.

In definitiva, l’innovazione non può prescindere dalla responsabilità: la sfida per il futuro è quella di coniugare la ricerca scientifica con la sicurezza alimentare e terapeutica, creando un modello di produzione che sappia rispondere alle esigenze di un mercato in crescita, senza rinunciare alla qualità e alla trasparenza.

Gabriella Creaturini

Nutrizionista e appassionata di prodotti naturali.

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